Si sa ma non si dice.
Ci siamo stati ma ci dispiace,
l’incantesimo è efficace:
tutto vi possiamo raccontare
salvo come ci si possa arrivare.
Allora citofoniamo e entriamo. Un angolo di verde, un loft, l’accoglienza amichevole dei padroni di casa e del giovane, ma già adorato, cuoco Stefano Ratti. I fornelli sono accesi, la pasta è stesa, la focaccia è calda, i lamponi e i mirtilli sono già crema, il vino respira quando il citofono suona… Indovina chi viene a cena? Non saranno più di 10. L’atmosfera si scalda intorno ad un lungo e massiccio tavolo di legno. È una cena a sorpresa, solo il menù si sbircia in anticipo. Il nostro vicino di posto lo conosceremo presto e, con molta probabilità, sarà una serata internazionale.
Inizia il valzer delle portate, preparate proprio lì davanti ai nostri occhi: la delicata tartare di vitello sanato si esalta al profumo di tartufo e si scioglie nel palato, le simpatiche farfalle (fino a poco fa ancora una sottile sfoglia) incontrano i primi funghi. Il livello (e il vino) sale, tenero e delicato arriva il cervo marinato al carbone ma che profuma di bosco. Il bonnet con panna montata all’arancia è l’apoteosi.
Cos’è questo luogo? Un’intima alternativa al tradizionale ristorante e al nostro salotto di casa. Anzi, è proprio questo, ma non solo. Stasera una cena, domani uno spettacolo di teatro o di musica. Per pochi intimi. Un’unica regola vale: dopo esserci stati, l’indirizzo non bisogna rivelare! Per ora, tutto ciò che serve lo trovate qui: www.mahksc.com